La sesta tappa riguarda Maria Fuxa. La poetessa nasce ad Alia nel 1913 e poco dopo la sua famiglia si trasferisce a Palermo per permettere a lei e alla sorella di seguire gli studi e vivrà sempre con molta nostalgia il distacco dall'amato paese natio e per questo con la memoria e la scrittura ritornerà spesso ad Alia.
Vive sin dall'inizio un rapporto conflittuale con la sua gemella perché costretta ad un continuo confronto con quest'ultima. Dopo il diploma di maestra sembra fiorire e rinascere al punto di innamorarsi e sognare un futuro roseo; il sogno viene infranto dal tradimento della sorella e del fidanzato e lei devastata tenta il suicidio ed è quindi costretta un lungo ricovero in una clinica psichiatrica.
Ma tu, amuri miu, amuri beddu,
cu na soru snaturata mi traristi.
Dimessa dall'ospedale viene affidata alla sorella che vive a Milano ma dopo poco tempo ritorna a Palermo e si rifugia nelle letture. La guerra raggiunge anche la città siciliana che viene bombardata e Maria Fuxa desidera ardentemente tornare nel suo piccolo paese d'origine.
Gli eccessi di follia e delirio sono sempre più frequenti e il ricovero in manicomio è inevitabile:viene dichiarata incapace di intendere e di volere.
Fortunatamente superato un periodo di crisi trova una via di fuga nelle poesia:
"La poesia mi ha salvato la vita" dice in un'intervista.
Nella sua sofferenza, seppur lucida, Maria Fuxa raccontò le vite derelitte di chi soffriva, dei senza voce e di coloro che venivano annientati e morivano tra le quattro mura di istituti che non curavano ma contribuivano solo a disumanizzare le persone.
Partecipa poi a concorsi di poesia che le permettono di uscire dal manicomio dove rimarrà fino alla morte nel 2004 e riunisce i suoi testi poetici in due raccolte.
Negli ultimi anni è stato intitolato un giardino dell'ex ospedale psichiatrico di via La Loggia alla poetessa.
Il nostro paese le ha reso omaggio ulteriormente intitolando la nostra bella e fornita Biblioteca Comunale a lei, Maria Ermenegilda Fuxa.
Le viene data la possibilità di uscire dall'oblio a cui l'ha costretta la sua esistenza grazie ad un saggio scritto da Maria Teresa Lentini "La voce della crisalide ".
The sixth stage concerns Maria Fuxa. The poetess was born in Alia in 1913 and shortly after her family moved to Palermo to allow her and her sister to follow their studies and she will always live with great nostalgia the separation from the beloved native country and for this reason with memory and writing she will often return to Alia.
From the beginning she lives a conflictual relationship with her twin sister because she is forced to a continuous confrontation with the latter. After graduating as a teacher seems to flourish and reborn to the point of falling in love and dreaming of a rosy future, the dream is shattered by the betrayal of her sister and her boyfriend and she devastated attempt suicide and is then forced a long hospitalization in a psychiatric clinic.
But you, amuri miu, amuri beddu,
cu na soru snaturata mi traristi.
Released from the hospital is entrusted to her sister who lives in Milan but after a short time returns to Palermo and takes refuge in reading. The war also reaches the Sicilian city that is bombed and Maria Fuxa ardently desires to return to her small country of origin.
The excesses of madness and delirium are more and more frequent and the hospitalization in asylum is inevitable: she is declared incapable of understanding and wanting.
I feel soulless
and without a body
detached from the earth, from houses,
from streets, from walls... from everyone!
Fortunately, after a period of crisis, she found an escape route in poetry:
"Poetry saved my life," she says in an interview.
In her suffering, although lucid, Maria Fuxa told the derelict lives of those who suffered, the voiceless and those who were annihilated and died within the four walls of institutions that did not cure but only contributed to dehumanize people.
She then participates in poetry competitions that allow her to leave the asylum where she remained until her death in 2004 and brings together her poems in two collections.
In recent years a garden of the former psychiatric hospital in Via La Loggia has been named after the poetess.
Our country has paid tribute to her further by naming our beautiful and well-stocked Municipal Library after her, Maria Ermenegilda Fuxa.
She is given the chance to get out of the oblivion to which her existence has forced her thanks to an essay written by Maria Teresa Lentini "The voice of the chrysalis".
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